Grazie, grazie, buona serata a tutti!

Ho intitolato il mio intervento “Da Parma nel mondo”, perché veramente è stata un’avventura incredibile.

Carissimi amici, colleghi, ospiti e i nostri clienti, buon pomeriggio.

Voglio dare il benvenuto a tutti voi e a tutte le autorità intervenute, sia quelle politiche che quelle civili. Sono molto contento della vostra partecipazione, che condividiate con noi questo traguardo importante.

È con un po’ di emozione, chiaramente, che mi rivolgo a voi, perché penso sia normale con un evento come questo. È un bel privilegio per me riunirci qui e possiamo vedere delle cose interessanti.

Siamo qui in un posto speciale, l’Auditorium Paganini che è a due passi all’Istituto tecnico Leonardo Da Vinci, che io ho frequentato e dove mi sono diplomato, come elettrotecnico.

Un paio di isolati più in là, in Via Trieste 38, invece c’è un altro luogo molto importante, ossia il garage dove io ho iniziato la mia avventura nel 1973, dove ho aperto la prima azienda insieme a mio fratello Mauro, che si chiamava Flametal Parmense, SNC al tempo, quindi veramente  un’azienda artigianale.  Poi successivamente si è trasformata in Turbocoating, e quindi ultimamente con un rebranding l’abbiamo chiamata Lincotek.  Ecco perché siamo qui oggi come Lincotek.

Siccome la scaletta è piuttosto serrata, gli organizzatori mi avevano chiesto di raccontare 50 anni in 5 minuti, il che significa un minuto per ogni decennio ed è un qualcosa di troppo sfidante. Allora abbiamo lasciato il parlare della società a un breve filmato che vi faremo vedere, dove intervistiamo tutte le nostre persone, saranno loro a raccontare il nostro operato, se abbiamo fatto bene o abbiamo fatto male.

Io invece voglio condividere con voi qualcosa di inedito, che non è mai stato in qualche modo pubblicato, ed è la parte prima di cominciare a lavorare facendo quest’attività. Quindi c’è una persona che dobbiamo ricordare che secondo me è molto importante, che è Mario.
Mario era mio padre e fu lui a vedere oltre l’orizzonte, a intravedere il futuro in questa industria, fornendo sia a me che a mio fratello Mauro le risorse e la visione soprattutto imprenditoriale per questo nostro cammino. Ma anche…

Pensate che a 12 anni, già mi faceva guidare l’automobile, una Fiat 500 Giardinetta, la famosa Giardinetta, quella color verde bottiglia. A 14 anni, mi mandò dal meccanico del paese per fare l’apprendista, ed è lì che cominciai a lavorare sui motocicli, e a truccarli e a fare delle attività già meccaniche.
Questo ha segnato la mia vita, sono stato molto fortunato perché mio padre mi responsabilizzava molto, ero molto autonomo, mi dava i consigli e poi mi lasciava fare e quindi mi sono abituato fin da giovane a prendere delle decisioni.

Ad esempio durante l’estate, andavo con lui e lo sostituivo al frantoio, lui lavorava con un autocarro e lo sostituivo alla guida dell’autocarro in cantiere, mentre a casa guidavo il trattore. Ero molto appassionato a capire cosa c’era dentro ai motori, tanto è vero che al momento in cui quella famosa Fiat 500 Gardinetta si fermò definitivamente, io e mio fratello la smontammo in pezzettini per vedere come fosse fatta. Ed è lì che iniziò la mia passione per la meccanica e per i motori.

Nonostante avessi studiato, come dicevo prima come perito elettrotecnico, quella passione della meccanica mi ha condotto per primo alla Fiat Trattori di Torino e poi alla Dallara Automobili da competizione.
Qui devo dire che sono stato ancora  una volta molto  fortunato perché da perito elettrotecnico avevo fatto la domanda anche in Enel, e mi è andata bene, perché se mi avessero preso in Enel sarei rimasto in un ufficio per tutta la vita.
Invece, chiaramente ero molto eccitato per l’opportunità che avevo di progettare i trattori che avevo già guidato, ma soprattutto di progettare le auto da competizione, e dove? Soprattutto nel mio paese, quindi era fantastico quello che io stavo facendo.

Tutto ciò che siamo oggi ha radici profonde. Mario è stato la nostra roccia, il nostro papà,  e oggi, nel centenario della sua nascita (1923-2023), lo ricordiamo con gratitudine, sono veramente molto contento.

Lincotek, dico “Cinquant’anni e non dimostrarlo”, si, perché i nostri collaboratori hanno un’età media che è quasi superiore a 35 anni, giovani, ma con una bella esperienza.  Molti di loro hanno esperienze importanti, addirittura c’è chi è da più di 44 anni con noi, 38, 35, 30 sono tanti anni, quindi veramente un’esperienza fondamentale.

Quindi io vi dico grazie, grazie ragazzi, li chiamo sempre “i miei ragazzi”, grazie a tutti quelli che hanno lavorato con noi fino ad oggi, sia come SOCI e ne ho avuti tanti e come collaboratori.

Abbiamo lavorato insieme con passione, e questa passione ha condotto ai migliori risultati. Abbiamo affrontato delle sfide, ma con coraggio, determinazione ed entusiasmo le abbiamo superate.

La passione è stata il nostro cemento, e insieme l’abbiamo versato in abbondanza. Siete stati grandiosi, compagni di viaggio impareggiabili, grazie.

Abbiamo attraversato diverse fasi, ne ricordo una dell’internazionalizzazione, della managerializzazione, mettere più manager in azienda. Le fasi della crescita, sia organica che attraverso acquisizioni, ne abbiamo fatte diverse.
In questi ultimi 10 anni, abbiamo condiviso il percorso con soci finanziari per ben due volte, imparando e crescendo reciprocamente.

Tutti insieme, siamo cresciuti cinque volte in 10 anni. Nel 2012, eravamo 350. Oggi, 350 sono i laureati in azienda su 1700 del gruppo.

Questa è stata una crescita non solo numerica ma anche culturale, significativa.

Voi avete fatto tutto questo, Siete stati fantastici, grazie collaboratori.

Il futuro è entusiasmante. I nostri collaboratori definiscono tutto ciò un successo, e se insistono un po’, va a finire che ci credo anch’io, ma quello che credo fermamente è che questo sia un buon inizio.

La nostra responsabilità è di guidare Lincotek verso il futuro, affinché possa continuare a crescere, prosperare e creare opportunità di lavoro.

Il testimone passa ora a Linda, mia figlia,  che guida l’azienda con competenza e passione.

La mia transizione di leadership a Linda è un segno del nostro impegno a preservare e ampliare l’eredità di Lincotek.

Lincotek è oramai una realtà matura, sostenuta da manager che giocano un ruolo cruciale nei settori in cui operiamo, e che assicurano la continuità aziendale.

Guardando al passato, vediamo i traguardi importanti raggiunti grazie alle partnership con voi, con  i nostri stimati clienti. Abbiamo lavorato insieme e raggiunto risultati significativi,

Grazie ancora,  Noi, non ci consideriamo solo una semplice azienda-cliente, ma veri e propri partner e compagni di viaggio. Molti di voi sono con noi da oltre 30 anni, e il nostro motto è sempre stato: “Il successo del nostro cliente è il nostro successo”.

Ci sentiamo parte integrante delle vostre realtà e ci impegneremo sempre al massimo per soddisfare le vostre esigenze. Grazie per la fiducia che avete riposto in noi.

Questa è la “forza della partnership.”

Questo risultato però non è stato pianificato dall’inizio, ma è stato guidato da una visione chiara:  ho sempre sognato un’azienda globale che fornisce lo stesso servizio con la stessa qualità in tutto il mondo industriale.

Qui ho qualche detto:

“Non si volge chi a stella è fisso”, diceva Leonardo.

Mentre Seneca ci ricordava che “il vento favorevole non serve al marinaio che non sa dove andare”. Questa visione ci guiderà anche nel futuro.

Ringrazio e do il benvenuto nella famiglia Lincotek ai nuovi soci, ai manager e ai collaboratori delle aziende che si sono unite con noi negli ultimi anni. Il vostro spirito di azienda familiare e la vostra passione si adattano perfettamente al nostro gruppo, e siamo entusiasti di avere voi a bordo.

Ho sottolineato l’importanza della passione che ci ha guidato, ma a volte, troppa passione può portare a errori anche irreparabili. Voglio inviare un messaggio di scuse e di ringraziamento alla mia famiglia.
Il lavoro ha richiesto molto tempo e ci ha portato a sacrificare momenti importanti. Il tempo che non ho dedicato a mia figlia Linda quando era piccola non tornerà più.
Grazie.

 Nelso Antolotti